Esce oggi, dopo esser stato presentato in premiere su Rumore, MEGA, il disco d’esordio dei P L Z che vede al suo interno i featuring di Whitemary, EXWYFE e Treega.
Dopo un percorso che li ha portati in poco tempo a raggiungere un posizionamento tangibile sull’attuale scena musicale grazie ad un’identità fluida ma inconfondibile e una produzione musicale unica nel suo genere, i P L Z presentano oggi MEGA, il loro primo disco ufficiale.
Già ospitati dalle più autorevoli testate musicali italiane come Rolling Stone e Rockit fin dalla prima uscita “Milano d’agosto”, grazie al follow up “Secoli” incuriosiscono anche il prestigioso Coeval Magazine dagli UK, che pubblica un ampio approfondimento che rafforza ulteriormente la credibilità del duo, e si unisce alla nomina di Artista della Settimana per MTV New Generation ottenuta grazie al videoclip ufficiale del brano. In prossimità del periodo natalizio i P L Z pubblicano la cover di “Noi Come Voi” di Lucio Dalla, che diventa il regalo simbolico che donano al proprio pubblico per esorcizzare il terribile 2020 e a cui affiancano un servizio fotografico esclusivo, ispirato al bed in di John Lennon e Yoko Ono, uscito in esclusiva su WU Magazine accompagnato dalla premiere del brano e ad un’intervista alla band. Con “Presi Bene”, grazie al tributo del duo alla club culture e all’edonismo come cura per l’ansia, è DJ MAG a interessarsi del loro operato, ospitando il video del singolo e decretando di fatto il loro ruolo di rilievo nella nuova scena elettronica indie italiana.
Il nuovo singolo, pubblicato ad aprile 2021, si chiama “È ancora presto”, e porta i weirdoes dell’elettronica indie italiana a smetterla di prendersi bene con la fine del mondo e a rilassarsi, abbandonandosi a una sequenza di pattern rassicuranti e indecifrabili.
L’ultima pubblicazione del duo è arricchita dalla presenza di Whitemary, producer e songwriter tra le più in vista della nuova scena italiana: si chiama M E G A, esattamente come il disco in uscita, è una canzone senza strofa-ritornello che diventa così un vero e proprio mantra che si ripete vorticosamente, inneggiando al bacio come atto rivoluzionario, e vale al duo il titolo attribuito loro dalla prestigiosa Soundwall di “nuovo pop italiano”.
“La vera novità che si aggira per la strade musicali italiane più sotterranee è che si sta trovando una interessante quadra per cui si punta al pop 2.0 (i testi in italiano e con un certo tipo di piglio parlano chiaro) ma lo si fa mutuando un linguaggio sonoro da clubbing, soprattutto quello di nuova matrice anglosassone. Se i Daft Punk hanno influenzato tutti i primi anni 2000, penetrando nel mondo indie-pop con la forza del loro tremendismo francese, in questo secondo decennio del nuovo millennio le tracce stanno iniziando a lasciarle i post-notalgismi house-garage à la Disclosure. Sono profonde. E, aggiungiamo, sono belle ed interessanti.
P L Z è veramente un esempio da manuale in tal senso. Per giunta, qua in “M E G A” uniscono le forze creative con un altro nome che dovreste segnare sui vostri taccuini, sottolineandolo un paio di volte: Whitemary.”
Damir Ivic – Soundwall
“MEGA”
(Costello’s Records / The Orchard, 22 ottobre 2021)

Artwork by Vellocet
«il nostro primo disco è un romanzo sentimentale, di formazione e disfacimento ciclico, senza direzione ma nel nome dell’amore. Le canzoni sono come scene sconnesse dello stesso film: un portone chiuso sotto la pioggia; un incontro inaspettato nella socialità indistinta; la fuga dal contenimento per scopare in un parcheggio; un rave abusivo finito bene; una seduta di analisi finita male; un’autoambulanza che sfreccia per la città; una proposta imbarazzante fra le coperte; la techno messa piano per addormentarsi; il sogno psichedelico dell’amore; il risveglio sotto le bombe e la ricostruzione distopica di una relazione destinata a distrarsi. MEGA è un rollercoaster di voci e beat saturati dall’usura, fra slanci edonistici autoindotti, discese paranoidi e pochi momenti di stasi rivelatoria.»
Tracklist
1. X FVR
2. SECOLI
3. D O D O
4. PRESI BENE (ft. Treega)
5. FUORI SUBITO (ft. EXWYFE)
6. MILANO D’AGOSTO
7. L’AMORE ADESSO
8. È ANCORA PRESTO
9. M E G A (ft. Whitemary)
10. MICRODOSI
11. GLI OCCHI DEL PRESIDENTE
Crediti
Testi, suoni e beat scritti e prodotti da P L Z tranne:
PRESI BENE, scritta e prodotta con Treega
FUORI SUBITO, scritta e prodotta con EXWYFE
M E G A prodotta con Whitemary
Registrato da P L Z al Supermoon Studio
Masterizzato da Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
“M E G A”
(Costello’s Records / The Orchard, 04 giugno 2021)

Artwork by Vellocet
«Com’è liberatorio non dover scrivere una canzone strofa-ritornello.
Com’è bello condensare un’idea in un mantra.
Il nostro credo è laico e rivendica la voglia di limonare come l’atto più
rivoluzionario che c’è.
Abbiamo visto Whitemary al MIAMI invernale del 2020, proprio a un passo dal primo lockdown.
Ci siamo innamorati e l’abbiamo invitata al nostro personalissimo festival dei baci.
Ora è finalmente arrivato il momento di fare uscire questa collaborazione.
Siamo mega felici.»
Crediti
Musica, testi e produzione di P L Z in coll.ne con Whitemary
Rec e mix: Giacomo Carlone (Supermoon Studio)
Master: Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
L’amore è una cosa grande. Anzi una cosa da grandi. Un grande problema o un grande rimedio. Ad ogni modo, l’amore pesa, pesa sempre nel bene e nel male. M E G A parla proprio di questa grandezza, di questo peso o di questa molla capace di far saltare tutto per aria. Il video di Arianna Lenzi si concentra proprio sul senso ambiguo di questa grandezza. E giocando di associazioni di idee ci è sembrato che bisognasse assumere il punto di vista di un essere grande, di un gigante, anzi di un ciclope. “Le storie che ti fai dentro di me”, come dice la cantilena di questo mantra technoide, sono appunto viste dall’unico occhio, dal fish-eye deformante di un Polifemo ispirato allo stop-motion dei Monty Python. Polifemo è il ciclope disumano dell’Odissea, ma anche l’innamorato (non corrisposto) della ninfa Galatea. P L Z e Whitemary sono Ulisse e Galatea, gli stranieri (mal)capitati nell’antro della sua immaginazione, un luogo squallido e avvolgente, in cui inscenare un rito di passaggio o catartico o un’esecuzione. Almeno questo è stato il nostro film. E il vostro?
Crediti video
Regia di Arianna Lenzi
Una canzone senza strofa-ritornello che diventa così un vero e proprio mantra che si ripete vorticosamente, inneggiando al bacio come atto rivoluzionario.
I P L Z incontrano Whitemary al fu Circolo Ohibò di Milano, il 13 febbraio 2020, in occasione del MI AMI TVB, proprio a un passo dal primo lockdown e se ne innamorano perdutamente. Da quell’incontro, l’invito al loro personalissimo festival dei baci. Ora è finalmente arrivato il momento di scoprire il risultato di questa collaborazione. Siamo mega felici.
“È ANCORA PRESTO”
(Costello’s Records / The Orchard, 16 aprile 2021)

Artwork by Vellocet
«Non prendo sonno se non sento la voce di qualcuno che mi racconta qualcosa.
Ho fatto fuori tutti i podcast di Barbero e i documentari di Attenborough, ascoltati senza guardare le immagini. Cerco una voce quasi amica. La città è un amante di valore se non smette i suoi rumori di sottofondo e mi accompagna nell’oblio su un quattro quarti ben cadenzato.
Questa è la nostra canzone preferita. La mia e quella della mia proiezione astrale.
Spero che stanotte un alieno mi insegni la sua lingua prima di portarmi via.
Che poi lo so che domattina non vorrò svegliarmi.
Dormiamo. È ancora presto.»
Crediti
Musica, testi e produzione di P L Z
Rec e mix: Giacomo Carlone (Supermoon Studio)
Master: Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
“PRESI BENE (Remix Pack)”
(Costello’s Records / The Orchard, 16 marzo 2021)

Tracklist
1. Presi Bene (Treega Remix)
2. Presi Bene (Basement Mix)
Crediti
Scritto, prodotto e mixato da P L Z e Treega al Supermoon Studio
Masterizzato da Bernie Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
“PRESI BENE (Feat. Treega)”
(Costello’s Records / The Orchard, 19 febbraio 2021)

Artwork by Vellocet
Fuori c’è il caos, la guerra, forse è la fine del mondo.
Siamo chiusi in casa da così tanti giorni che non sappiamo più nemmeno che giorno è.
Abbiamo lottato, ci siamo incazzarci per nulla.
Ora basta.
Presi bene è il nostro tributo alla club culture, all’edonismo come cura per l’ansia, i rumori della gente, la noia di vivere.
Lo abbiamo scritto insieme a Treega, in pomeriggi di febbrile esaltazione.
È un invito a provare l’ebrezza di perdere i sensi.
Dovreste ballarlo, è da perderci i denti.
Crediti
Scritto, prodotto e mixato da P L Z e Treega al Supermoon Studio
Masterizzato da Bernie Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
La dichiarazione della band
<< Bella rega, mi piacerebbe farvi un videoclip. Mi sento ispirata in questo periodo del cazzo. >>
Un giorno ci arriva questo DM su Instagram.
Il profilo ha la faccia di Charles Manson. Ed è subito amore.
Chattiamo per un po’, parliamo di Lanthimos, di rave e di giacche Australian. Arianna Lenzi è una giovanissima regista, che vive a Roma, con la testa che macina immagini come un caleidoscopio: vorrebbe fare un video con noi che prendiamo fuoco. ‘Ma non ti preoccupare, ho la mia troupe e basta chiamare i pompieri sul set’. Noi ci vediamo già al palo come le streghe. È già un trip alla David Lynch. Mesi dopo scendiamo a Roma, millantando di essere attori pro che devono girare un film: che poi è la verità, ma in mezzo a una pandemia ti prende il senso di colpa. A Roma Arianna ha organizzato le cose in grande: una crew di una dozzina di addetti, massima sicurezza, piano di produzione ferreo. Mai avuta così tanta gente che lavora a un nostro video. Siamo in estasi. Le collaboratrici di Ari ci coccolano, ci posizionano, ci fanno di tutto. E noi ligi al nostro ethos: ‘restiamo umili e lasciamoci fare’. Giriamo non lontano da Cinecittà, vicino al Parco degli Acquedotti. Ne nasce un video super psichedelico, dai colori folli. Alice nel paese delle meraviglie, scansate! Fuoco cammina con me, se ne hai il coraggio! Mangiamo e sputiamo carote, zingzaghiamo fra i treni, balliamo menandoci, posiamo su cessi aperti su mondi paralleli, ci facciamo di caramelle colorate e lecchiamo vetri cosparsi di miele. Presi bene come non mai. A volte le cose accadono, e questa è una di quelle.
La dichiarazione della regista Arianna Lenzi
Il tutto è partito ascoltando Milano d’agosto. Ho capito che sarei stata in sintonia artisticamente con i P L Z. Da quel momento, ho iniziato a pensare a come gestire questo nuovo videoclip, per la canzone “Presi Bene”. Mi è apparso subito in testa il fuoco, tanto fuoco, vero… Ma la cosa sarebbe stata rischiosa, per ovvi motivi. Amo il fuoco e non volevo abbandonarlo. Ho deciso quindi di rivedere il mio lato piromane sotto una luce diversa, quella inversa, ed ho pensato di dare fuoco all’immagine stessa, tramite i colori e la post produzione in generale. Il significato principale che attribuisco a questo videoclip è strettamente legato alle tre fasi del tempo e a come metaforicamente prendano fuoco nella nostra testa, ogni volta che in qualche modo ci appartengono. Si parte con un presente, che man mano si fonde con il passato, fino a diventare futuro; è stata una bella sfida tra lampi, binari e ricordi. La mia troupe è stata fondamentale per gestire al meglio il progetto, in tutte le sue fasi produttive e per supportarmi a fine set, quando pensavamo che la mia gatta fosse scomparsa in qualche universo parallelo. Spero che questo trip inizi ascoltando con le orecchie, e continui, ascoltando anche con gli occhi.
PS: ho ritrovato la gatta. – Arianna Lenzi –
Crediti video
Regia Arianna Lenzi
Aiuto regia Giulia Corelli
DOP Marianna Ferrante
Operatore Natalia Lomatska
Assistente Elena Altare Gaffer Valerio Trotti
Elettricista Serena Giordano
Organizzatore generale Francesca Leoni
Assistenti di produzione Alfonso Elefante, Aurora de Francesco
Fotografo di scena Chiara Cocchi
Montaggio Chiara Ceppaluni
Grafiche/VFX Marte Tagliabue
“NOI COME VOI (Lucio Dalla cover)”
(Costello’s Records / The Orchard, 17 dicembre 2020)

Artwork by Vellocet
“Anche se veniamo da un altro mondo, da un altro sistema solare, anche noi subiamo il fascino dei solstizi invernali, delle nascite di divinità bambine, le stelle comete, i regali, le famiglie allargate intorno ai focolari, lontano dai focolai. Anche noi regrediamo volentieri al nido, alla mangiatoia, al divano d’infanzia quando viene Natale. Anche noi, quando l’anno stellare finisce il suo corso, ci lasciamo andare ai bilanci, alle classifiche, ai buoni propositi. Anche noi siamo come voi. Anche noi, come voi, abbiamo trascorso un discreto anno di merda. Ci siamo divisi su tutto, sulle cose piccole come sulle grandi. Ma ora che l’anno volge al termine, vogliamo lanciare un segno di unione e condivisione. Abbiamo ripescato un vecchio pezzo dal mangianastri della memoria. Un pezzo che ascoltavano i grandi quando eravamo ancora troppo piccoli per capirci qualcosa. Lo abbiamo risuonato e vogliamo dedicarlo a voi, come a noi.
È una canzone di Lucio Dalla e si chiama Noi Come Voi“
Crediti
Musica e testo: Gaetano Curreri e Lucio Dalla
Performance e produzione: P L Z
Mix: Giacomo Carlone (Supermoon Studio)
Master: Bernie Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
In prossimità del periodo natalizio i P L Z pubblicano la cover di “Noi Come Voi” di Lucio Dalla, che diventa il regalo simbolico chedonano al mondo per esorcizzare il terribile 2020che si sta concludendo. All’uscita viene affiancato un servizio fotografico esclusivo, ispirato al bed in di John Lennon e Yoko Ono, che esce in esclusiva su WU Magazine accompagnato dalla premiere del brano e ad un’intervista alla band.
Il brano è stato scelto anche per il suo rappresentare particolarmente il duo, col suo essere stato in qualche modo precursore dell’unione tra la tradizione cantautorale e i nuovi suoni dell’allora nascente elettronica e che parla di un mondo diviso tra un noi e un voi, con l’auspicio però di un ritorno all’attenzione per quegli incontri occasionali, quelle piccole epifanie che ci si perde per strada, nel volersi intestardire su una posizione determinata.

Foto: © Alessandra Lanza @ale_theia __-8
Set design: Facciocosepunto
“Quest’anno è stato attraversato da continue polarizzazioni su ogni tema, scontri ideologici, identitari, generazionali: questioni che i social media ha ben messo in luce, a volte anche esasperato. Abbiamo rifatto questa canzone un po’ per mettere in prospettiva questo tipo di dinamiche e farci l’augurio di un nuovo anno all’insegna della comprensione delle rispettive diversità in un’ottica più collaborativa. Insomma che il 2021 sia l’anno in cui faremo l’amore moltissimo.”

Foto: © Alessandra Lanza @ale_theia __-14
Set design: Facciocosepunto

Foto: © Alessandra Lanza @ale_theia __-2_
Set design: @facciocosepunto
“SECOLI”
(Costello’s Records / The Orchard, 06 novembre 2020)

Artwork by Enrico Magistro
“A volte ritornano. Le mode, le divise, gli amanti. Come quella volta che ti ho rivisto per caso a una festa e mi hai chiesto se avessi ancora il tuo numero. E ti ho risposto che i numeri non li cancello mai perché prima o poi lo so che ritornano, come i conti, i canoni estetici, il karma.
Per cui non chiedermi cosa faccio ora, che progetti ho per il futuro.
Stiamo qui stanotte e rivediamoci fra cent’anni.”
Crediti
Musica, testo e produzione di P L Z
Registrato e mixato da Giacomo Carlone al Supermoon Studio
Masterizzato da Bernie Andrea De Bernardi a Eleven Mastering
I P L Z sono stati Artista della Settimana per MTV New Generation grazie al video del singolo “Secoli”, che è stato così presentato:
“Un bellissimo pezzo di pop elettronico, cantato in italiano, con un insieme di beat accattivanti e delle aperture sorprendenti.”

Con questo brano continua il percorso esplorativo del duo più weirdo del panorama italiano che, dopo il fortunato esordio “Milano d’agosto”, ha intenzione di inabissarsi ancora di più nei meandri delle profondità umane e proseguire la conoscenza delle strane dinamiche che regolano rapporti e abitudini terrestri.
“Secoli” è un’altra prova più che convincente del talento musicale della band di casa Costello’s Records e della loro abilità nel muoversi a cavallo tra pop e techno tracciando un immaginario personale e assolutamente vincente.
Crediti video
Video di Iacopo Carapelli
La dichiarazione del regista
Sono le 17:30.
Apro una mail dei miei amici PLZ, accedo rapidamente ad un link di Soundcloud, il primo brano è “Secoli”.
“Secoli” per me è sempre stata una parola legata alle epoche passate, alla storia dell’uomo. Però il beat mi gasa…
Ad una certa, mi viene un idea.
Riprendiamo tutto, inteso proprio come tutto.
Se una telecamera avesse 8 obiettivi e riprendesse tutto intorno a sè a 360 gradi potremmo davvero alternare momenti diversi della stessa sfera.
Grazie al 360 siamo riusciti a riprendere tutto ciò che esisteva, in quel momento, intorno allo shooting del clip.
Tutti i movimenti di camera che vedete nel video sono stati realizzati in fase di editing.
Proprio nel montaggio mi sono divertito ad alternare diverse inquadrature cercando di prendere i momenti più belli di quella che è stata una mattinata super divertente anche se un po’ troppo bagnata.
La dichiarazione dei P L Z
Secoli è un pezzo sull’eterno ritorno, sul fare periodicamente il punto di quanto ci si è mossi in avanti su quella linea immaginaria che pensiamo essere la nostra vita, la nostra via, con un’idea anche un po’ ingenua di progresso, crescita personale. E poi invece ci si accorge che a muoversi e cambiare è tutto intorno, mentre noi siamo fermi, in un’eterna stagnazione esistenziale.
Nel video abbiamo cercato di raccontare questa idea del muoversi intorno senza una vera meta, senza un vero sviluppo. La camera riprende questo movimento circolare a 360 gradi, questa città che diventa campagna che ridiventa città. Noi in una macchina del tempo, una Lada Niva per la precisione, una specie di sonda, una particella impazzita nel circuito del Cern. Ma nel contempo fermi in uno stato di alienazione permanente, ci abbracciamo, balliamo, ci tocchiamo come se non ci fossimo mai visti.
—–
Si presentano come due personaggi alieni al pianeta che calpestano, incerti nell’andatura ma decisi sul da farsi, i P L Z (si legge “Please”), che con il singolo d’esordio “Milano d’agosto”, dal sapore techno pop, fanno subito capire di viaggiare ad una velocità diversa.
Il loro “arrivo” ufficiale (“Veniamo in pace, portateci a ballare”, per citarli), è stato preceduto da una campagna in cui l’incalzante ed asfissiante online lasciava spazio ad un imprevedibile, ma molto più interessante offline, grazie alle clip, realizzate da una delle maggiori esponenti italiane di racconti visivi analogici, Michelle Pan, in cui computer, cellulari e app vengono vissute in tutta la loro vorticosa e fredda essenza, prima di spegnersi (per sempre?).
Ed è proprio da lì che giungono e fuggono al tempo stesso.
Ma ora, almeno, sai dove trovarli.
“MILANO D’AGOSTO”
(Costello’s Records / The Orchard, 18 settembre 2020)

Artwork by Enrico Magistro
“Milano d’Agosto” non è una canzone sul lockdown da covid. È piuttosto una richiesta d’aiuto, un SOS lanciatoper essere salvati da se stessi, dalle proprie paranoie. All’esterno, la città dove viviamo, che d’estate diventa unaserra vuota asfissiante di disagio collettivo. Dentro, la bolla delle relazioni virtuali senza aria condizionata, ildesiderio che affiora rabbioso sulle labbra. L’unico conforto è nel pensiero che qualcuno arrivi e ci porti via, invacanza, ad un rave, perfino in ambulanza per un TSO.Comunque lontano
Crediti
Musica, testo e produzione di P L Z
Registrato e mixato da Giacomo Carlone al Supermoon Studio
Masterizzato da Bernie Andrea De Bernardi a Eleven Mastering

La dichiarazione dei P L Z
Milano d’agosto non è un pezzo su Milano e nemmeno sull’estate. È un pezzo sull’avere “la Milano d’agosto” dentro, l’avere introiettato l’immagine luogo comune della città super competitiva arrivista rabbiosa, che d’agosto si svuota perché fa troppo caldo, c’è l’afa, non c’è il mare.
La città che se rimani a Milano d’estate sei folle o ci diventi. La città che vuole essere, ma che molti sono contenti vedere fallire per dire “eh, il capitale… hai visto che schifo la modernità…”.
Insomma un pezzo sul vederti rifratto nello schermo del telefono quando posti l’ennesimo commento indignato sul mondo. È voler uscire da quella specie di bolla di forti opinioni, di gesti assoluti da tastiera, e cancellare le quattro cazzate che pensi siano te, che facciano la tua identità, le cose che hai messe a mo’ di decalogo su tinder e grindr: “io sono questo”.
Con questo pezzo vogliamo prenderci una vacanza da noi stessi, uscire e provare a vederlo sto mondo com’è. Così abbiamo deciso di non mostrare la faccia, di apparire con delle tute da meccanici o tute spaziali, con maschere di lattice che non si capisce se siamo alieni, zombie, terroristi o feticisti del bdsm. (Forse siamo tutto questo, ma anche chissenefrega). Vogliamo capire che effetto fa essere “nascosti in bella vista”, fare reset e reimparare a stare al mondo, ad avere delle relazioni come se non le avessimo mai avute.
Il video del pezzo è quasi un documentario delle nostre apparizioni non annunciate, di queste epifanie non richieste, così in giro per la città. Come se vedessimo Milano per la prima volta e fossimo visti dai suoi abitanti come delle strane “non-persone”.
Michelle-Pan, la regista del video, gira delle video-installazioni come dei documentari, usando telecamere vhs portatili degli anni ’90, di quelle che creano naturalmen mille glitch.
A noi quegli anni piacciono un sacco, gli anni della techno, della house, del french touch.
E forse siamo noi stessi dei glitch viventi.
Per cui il suo modo di vedere distorcersi la realtà è anche il nostro.
Ci siamo fatti seguire per alcuni luoghi di Milano, fra posti che frequentiamo “normalmente” e luoghi più istituzionali, luoghi-cartolina della città. È stato una specie di esperimento,
un’improvvisazione notturna. Per il gusto di farlo e vedere l’effetto che fa.
La dichiarazione della regista Michelle Pan
Se mi chiedete perchè lavoro con una vecchia videocamera a VHS probabilmente dovrei rispondervi (vi risponderei?) sul come l’ho ritrovata qualche anno fa in casa, sul come ho fatto di necessità virtù, sul come mi ha conquistato, sul come ho cercato e sto cercando di trovare un tocco personale che si distingua in una vasta realtà audiovisiva. Lo stile e la qualità di questo piccolo oggetto – sproporzionatamente pesante – è quello che più colpisce e credo anche causa della moda nostalgica degli ultimi anni.
Il fascino del passato ha colpito anche i P L Z, che cercavano un connubio tra realtà conosciuta e realtà distorta. Mi son divertita a costruire questo tipo di immaginario in questo lavoro, che è quasi un reportage dal ritmo serrato sulla curiosità di due figure misteriose sbarcate nella metropoli milanese che ho avuto la possibilità di conoscere diventando un occhio esterno che silenziosamente li seguiva per la città.
Michelle Pan è una artista visiva nata nella medievale Cittadella e migrata per studi nella frenetica Milano.
Il suo percorso artistico, invece, fa il percorso inverso: alla modernità di un freddo mondo digitale, preferisce il calore di quello analogico.
Le sue foto e i suoi video creano un canale diretto con un mondo che non esiste più, fatto di emozioni nitide e sensazioni ampie e sgranate che mettono a fuoco un vissuto per alcuni consistente, per altri immaginato.
P L Z
Milano // Techno pop

Foto: Alessandra Lanza
Uno spettro si aggira per la scena indipendente italiana. Lo spettro di P L Z. Un nome che è anche un modo per chiedere “permesso, posso entrare?”.Per favore, mi puoi far godere ancora una volta prima di sparire?
P L Z è uno spettro gentile, raramente si arrabbia, se non quando si collega a un terminale e allora le sinapsi entrano in cortocircuito con i miraggi, le storture della rete. Tenete lontano P L Z dall’internet e dai social:meglio farlo stare in mezzo a un bosco, magari con un discman anni ’90 calato sulle orecchie (le orecchie che non ha), a ballare da solo come in quella scena in “The Lobster”. Che poi da solo P L Z non è mai. Più spesso è bino. Altre addirittura trino.
Nelle sue epifanie più comuni lo troverete sdoppiato fra un vocoder e una beat machine, mentre sostiene la sua ombra e da lei è sostenuto.
Perché P L Z ha paura di tutto, tranne di ciò che gli può far male. Cieco per amore, non mostra il viso a nessuno.
Un velo lo protegge, una maschera di lattice gli tiene insieme i connotati sempre a un passo dallo sciogliersi, dal distorcersi.
P L Z ama le tresche, gli interstizi, le zone buie fra un lampione e l’altro, attraversare la strada senza guardare. P L Z è fedelmente infedele. Non lo si sente per un po’, ma se lo chiami arriva, sempre.
P L Z odiale gabbie, soprattutto quelle erette dall’isteria collettiva. Il suo motto è “vivi e lascia morire”. Anzi “dormi e lasciati fare”.
Lasciatevi fare da P L Z.
Please, please me