A “pugni” contro l’omofobia

Sono le 9.30 del 2 agosto al Time Track Studios, quando incontro i due ragazzi di “Seconda Ripresa”, Cristina Tirella e Armando Greco.

Entriamo e ci accomodiamo nell’accogliente salottino. Lasciamo la porta aperta: la sera prima ha piovuto e da fuori entra un bel fresco.

I due ragazzi sono pronti a cominciare l’intervista: sento da parte loro l’emozione di parlare dei loro progetti e di quello che hanno realizzato nell’ultimo anno.

Ogni tanto sentiamo qualche aereo che passa, proveniente dal vicino aeroporto: allora mi alzo e chiudo la porta, per poi riaprirla quando il rumore è finito.

Quando, dove e come siete nati artisticamente?

Armando: Nel 2016 ho cominciato un progetto musicale che ho deciso di chiamare “Il silenzio delle vergini”: era un progetto che univa più situazioni artistiche perché, oltre alla musica, c’era anche la parte video e la sezione fumettistica (i Manga, gli Anime, ecc.). Partendo da questa base, ho incontrato Cristina e ho deciso di coinvolgerla nel mio percorso. Mesi dopo, ci siamo chiesti se potevamo mettere la nostra musica al servizio di qualcosa di diverso, come un cortometraggio: così, circa un anno fa, è nata l’idea di “Seconda Ripresa”, che noi consideriamo una specie di “cavallo di Troia” contro alcuni stereotipi presenti nello sport e nella nostra società. 

Qual è il significato del titolo del vostro cortometraggio? Fa riferimento al pugilato e al cinema, giusto?

Armando: Sì, è così. Il punto di partenza della riflessione mia e di Cristina è stata l’omosessualità, che abbiamo deciso di inserire nel mondo dello sport, e in particolare nel pugilato. “Seconda Ripresa” è quindi la metafora di una seconda possibilità di cui il protagonista, un pugile appunto, può usufruire per risolvere il suo travaglio interiore…

Ma perché proprio la scelta del pugilato e non di un altro sport?

Cristina: In effetti, inizialmente, l’idea era quella di impostare il nostro discorso sul calcio, anche perché ci aveva molto colpito l’affermazione dell’allenatore Marcello Lippi, il quale, in alcune dichiarazioni, ha sostenuto che nel calcio non esisteva l’omosessualità. Poi ho insistito io affinché ci spostassimo sul pugilato, che considero uno sport molto “maschilista”, dove prevale la figura del “macho” e dove nessuno si immagina possa esserci un omosessuale. 

Armando: Anche a me comunque ha sempre interessato il cinema d’azione: è quello con cui sono cresciuto. E mi ha soprattutto appassionato la saga di Rocky Balboa, la genesi del suo protagonista, l’evoluzione del personaggio… Anche perché il cinema e il pugilato sono sempre andati molto d’accordo, dando vita, nella storia, a figure indimenticabili.

“Seconda Ripresa” è già stato proiettato in qualche occasione? Ha già partecipato a qualche concorso?

Cristina: Sì, è stato presentato una sola volta, all’interno del “Festival internazionale dello sport integrato del cinema d’inclusione”, che si è svolto a Courmayeur nel mese di marzo di quest’anno. Il nostro obiettivo adesso è partecipare ad altri concorsi, in attesa che il cortometraggio esca anche sui canali ufficiali, come YouTube: cosa prevista entro qualche settimana.

Dietro al cortometraggio “Seconda Ripresa” c’è una colonna sonora e c’è ovviamente un gruppo musicale, il vostro… Perché il nome “Il silenzio delle vergini”? 

Armando: Il nome è stato inventato da me e ha preso spunto dal titolo di due film, che piacciono molto a me e a Cristina: “Il silenzio degli innocenti”, capolavoro degli anni ’90, e “Il giardino delle vergini suicide”, film di Sofia Coppola del 1999. Il nome “Il silenzio delle vergini” conferma, ancora una volta, il legame strettissimo che c’è tra la musica e il nostro progetto cinematografico.

   E… in quale genere musicale vi esprimete?

Armando: Noi facciamo post-rock strumentale, con inserimento di testi e frasi che vengono o da sceneggiature di film, o da libri di scrittori contemporanei, o ancora dagli Anime. È un genere che crea molta atmosfera, un genere molto psichedelico e visuale.

Perché la vostra scelta di suonare sul palco con una maschera sul viso? Che maschere sono quelle che indossate?

Armando: Il motivo dell’uso delle maschere è per creare ancora più atmosfera durante le nostre esibizioni dal vivo e rendere le nostre performance ancora più “visuali”. La prima volta che le abbiamo usate è stato qualche mese fa, quando abbiamo partecipato alle selezioni di “Emergenza Festival” al Druso di Ranica, riuscendo tra l’altro ad arrivare in finale. Abbiamo scelto delle tipologie particolari di maschere, perché ci piaceva un certo design, che si ispira ai Borg (personaggi della serie televisiva Star Trek), ma che rimanda anche al famoso Manga Cyborg 009. Ci tenevo anche a ricordare che il primo disco che abbiamo registrato aveva proprio come titolo “Colonne sonore per cyborg senza voce”.

Cristina: Comunque, tornando al discorso del nostro look durante le esibizioni, è capitato in passato che ci presentassimo anche in modo diverso: fino a poco tempo fa usavamo sul palco vestiti completamente rossi, mentre di recente ci siamo esibiti anche con tute da imbianchini…

In questi giorni di luglio vi siete trasferiti a Ferrara, per incidere le musiche del vostro terzo disco; canzoni che sono anche colonna sonora del cortometraggio. Come è stata l’esperienza?

Cristina: Sì, siamo appena tornati da Ferrara dove abbiamo registrato, nello studio Animal House di Federico Viola e Michele Guberti, il nuovo album. Tra l’altro lo studio di registrazione è il medesimo del precedente disco, “Surami di diamante”. È stata un’esperienza bella e impegnativa, durata un’intera settimana. Il nuovo disco conterrà 9 pezzi, alcuni vecchi (come “Il treno dei desideri”, che fa parte della colonna sonora di “Seconda Ripresa”) e altri completamente nuovi.

 E negli ultimi mesi eravate invece in giro per il nord Italia a suonare…

Armando: Sì, abbiamo avuto un bel po’ di date interessanti, nell’ultimo periodo. Fra tutte ricordo con piacere Il mondo delle uova, locale in provincia di Como dal clima molto surreale, dove abbiamo avuto un’accoglienza entusiasta; e ancora il Bar Rock Centrale, a Erba, sempre in provincia di Como. L’anno scorso, invece, abbiamo fatto un’altra bella esperienza all’estero, portando i nostri pezzi in Belgio e in Olanda. 

Torniamo al cortometraggio. “Seconda Ripresa” nasce da un soggetto scritto da voi due, quindi sceneggiato da Alessandro Di Rosa e poi diretto da Brace Beltempo. 

Cristina: Sì, tutto il progetto nasce da un nostro soggetto originale, che è poi stato trasformato e ingrandito per diventare sceneggiatura. Si è passati quindi alla scelta degli attori e alla realizzazione delle riprese, che si sono svolte all’insegna di una grande collaborazione.

Da che cosa è nata l’idea di approdare al cinema, a un linguaggio quindi diverso, ed esordire come soggettisti?

Armando: Essendo “Il silenzio delle vergini” un progetto, come dicevamo prima, molto “visuale”, il passaggio dalla musica al linguaggio cinematografico è stato qualcosa di abbastanza naturale, anche se diventare soggettisti non è avvenuto dall’oggi al domani: è il frutto comunque di una ricerca di nuovi linguaggi e di nuovi canali di espressione, che abbiamo messo in atto per cercare di aumentare la nostra possibilità di comunicare.

Quali sono i vostri modelli cinematografici di riferimento? 

Armando: Abbiamo dei registi cinematografici che amiamo molto e a cui ci ispiriamo. Il primo è senz’altro Stanley Kubrik, secondo me il più grande regista del secolo scorso. Poi c’è di sicuro Quentin Tarantino (eccezionale in “Pulp Fiction”), ma anche Lars von Trier…

Cristina: … la settimana prima delle riprese mi sono letteralmente innamorata del linguaggio di Trier e soprattutto del film “Melancholia”… 

Armando: … ma per noi sono importanti anche altri registi, come Luc Besson (penso a “Nikita” e “Leon”) e David Lynch (penso a “The Elephant man”). Ultimamente abbiamo apprezzato alcune serie televisive per noi molto stimolanti, come “Breaking Bad” e “Stranger Things”.

Eravate sempre presenti alle riprese del cortometraggio? Avete influenzato in qualche modo il lavoro del regista?

Cristina: Sì, siamo sempre stati presenti. In generale eravamo abbastanza d’accordo su come si muoveva il nostro regista. Solo nell’ultima scena sono intervenuta personalmente, in quanto ci tenevo che la storia si concludesse in un certo modo. E la mia idea ha trovato comunque una buona accoglienza. C’è anche da considerare che, col regista, abbiamo un rapporto di collaborazione che dura da diverso tempo, in quanto lui è stato il produttore dei nostri video musicali. 

Perciò possiamo dire che il cortometraggio “Seconda Ripresa”, nella sua versione definitiva, è esattamente come l’avevate progettato e pensato all’inizio?

Armando: Direi di sì. E questo è stato possibile perché il lavoro è stato il frutto di un’intensa collaborazione da parte di tutto lo staff. Siamo rimasti molto soddisfatti anche delle interpretazioni degli attori, che abbiamo trovato ben scelti e ispirati.

Nella colonna sonora originale ci sono due vostre canzoni: “Amore” (una dei vostri “cavalli di battaglia”) e “Il treno dei desideri”, che invece avete appena finito di incidere. Chi le ha scritte e di che cosa parlano?

Armando: Tutte le nostre canzoni sono il frutto di un lavoro di équipe e non nascono dall’idea di una singola persona, anche se lo spunto iniziale viene solitamente, e in modo molto naturale, da uno di noi, da un’idea precisa o da un’ispirazione improvvisa. A proposito dei due pezzi che abbiamo selezionato, abbiamo capito, attraverso una scelta razionale compiuta fra noi il regista e lo sceneggiatore, che erano proprio quelli i più giusti per accompagnare “Seconda Ripresa”. 

Qualche “punto forte” che possa spingere il pubblico a vedere la vostra opera?

Cristina: Il punto forte del nostro cortometraggio è che esso cerca di lanciare un messaggio potente nei confronti del mondo dello sport, che spesso è una realtà molto autoreferenziale, che fatica a mettersi in discussione. Il nostro obiettivo è di provare, coi nostri mezzi, ad abbattere la “barriera delle etichette”, purtroppo molto radicata nel mondo dello sport e comunque in tutta la nostra società. Sappiamo che cambiare il mondo è impossibile, ma vogliamo lo stesso mettere la nostra “goccia”, dare il nostro contributo per distruggere qualche tabù.

   Dove vogliono andare e dove vogliono arrivare i “Seconda Ripresa”, sia dal punto di vista cinematografico che musicale?

Armando: Come diceva sempre il Capitano Kirk, noi vogliamo “Arrivare là dove nessuno è mai giunto prima”, senza porci limiti e senza stabilire a priori dei percorsi obbligati. La musica e il cinema sono due strade che ci piacerebbe continuare a percorrere con estrema libertà, in attesa di nuove idee che arriveranno in futuro.

Cristina: Per ora abbiamo in programma l’uscita del nuovo album e del corto e confidiamo in una importante risposta di pubblico.

Da parte mia e TimeTrack Factory il più sincero “in bocca al lupo”!