Il 29 marzo è uscito “Natural Selection” il nuovo singolo di Brennie. In occasione della pubblicazione della sua ultima fatica ho avuto il privilegio di fare due chiacchere.
Mattia Brena, in arte Brennie, è un ragazzo decisamente appassionato ed emotivo. Al primo impatto potrebbe non trasparire, ma con i suoi pezzi si racconta senza alcun filtro. Brennie manifesta un’immensa passione per la musica e il suo desiderio è di dimostrare al mondo di cosa è capace. Il suo obiettivo è esprimere se stesso attraverso il canale di comunicazione che lo rende più completo: la musica
Come hai scoperto la passione per la musica?
L’ho scoperta osservando e ascoltando diversi musicisti, l’approccio diretto alla musica è avvenuto a casa mia grazie a mio padre, lui è un chitarrista, per casa ci sono sempre stati tanti strumenti. Ho preso in mano la chitarra per la prima volta a cinque o sei anni e successivamente ho scoperto di essere anche intonato. Mi è bastato poco per accendere la scintilla e ho iniziato a prendere lezioni sia di chitarra che di canto.
Quando ti sei reso conto che la musica era veramente una passione e non un semplice hobby? Quando ti sei accorto che ti avrebbe potuto dare delle soddisfazioni?
Appena me ne sono accorto, ho deciso che sarebbe diventata la mia attività principale. Prima avevo una vita normale, più tranquilla. Un lavoro normale, uno stipendio fisso e facevo le cose in maniera più regolare. Sentivo che mancava qualcosa e ho capito che avevo bisogno di dedicarmi alla musica in modo più costante, cercando di farla diventare la mia vita.
La situazione attuale prevede che, non vivendo di musica, io debba scendere a compromessi, perciò continuo a lavorare e a dedicarmi anche ad altro.
Se dovessi scegliere tre artisti, che rappresentano i tuoi fari nell’oceano, chi sarebbero?
E’ una domanda molto difficile. Dover nominare qualcuno, a volte, sembra voler sminuire qualcun altro. Dovendo selezionarne tre, ti dico: Prince, David Bowie e Michael Jackson. Mi colpiscono per il loro modo di essere artisti poliedrici. Pur essendo molto distaccati da me, come fossero delle divinità, mi hanno condizionato molto a livello di scrittura e presenza scenica. Ci sono artisti molto più “vicini” a me: mi viene in mente subito Jack Garratt, un ragazzo della mia età. Come lui tantissimi altri mi hanno ispirato e mi hanno fatto avvicinare all’essere musicista.
Parliamo un po’ di te. Prima dell’ultimo singolo quali sono stati i tuoi progetti? Hai sempre parlato delle tue esperienze o anche di altro?
Direi che ci sono sempre degli eventi nella vita che condizionano quello che scrivi, poi tra come è scritto e come viene esposto ci sono di mezzo tante cose. Paradossalmente il testo di Natural Selection è stato scritto prima di “Diversa”. In ogni caso, ho sempre cercato di esprimere la mia vita nella maniera più contemporanea possibile. Prima di “Diversa”, c’è stata una produzione di alcuni brani, dal carattere elettronico e scritti in inglese. Brani che non sono mai usciti perché il livello del lessico era da migliorare, cosa che poi è successa con la Factory; infatti con “Natural Selection” si è alzato il tiro.
Il mio primo progetto rimane molto rappresentativo per me e sicuramente verrà ripreso. L’idea dei pezzi e la loro motivazione sono sempre presenti, sarà importante saperli riprendere in maniera più accurata e dettagliata.
Natural Selection. Secondo me, è stato un po’ il brano della svolta, è stata una rinascita per te. E’ veramente così?
Direi di sì. Anche se, come ti dicevo prima, è un testo scritto tempo fa, però viste le modalità con cui è stato affrontato, è quello della svolta.
Raccontami la storia di Natural Selection. Parti pure da quando è stato scritto, la scelta di lasciarlo da parte e la sua rinascita.
L’ho scritto in un momento in cui non sapevo che avrei fatto il musicista, penso siano passati più di dieci anni da allora. L’ho scritto per scherzo dicendo tra me e me:” Magari un giorno ci faccio una canzone.” senza la consapevolezza di cosa sarebbe successo dopo. Forse inconsapevolmente sapevo già che il modo in cui avrei comunicato l’arte. Non è stata una scelta accantonare il brano, semplicemente nel tempo ho imparato come esprimerlo ed è diventata una canzone.
Qual è il tuo concetto di selezione naturale?
La selezione naturale è un concetto molto semplice, in questo caso applicato alla vita di tutti giorni in un gruppo di persone. Succede spesso che le persone riescono a crearsi un’identità all’interno di un “branco”, ma si dimenticano della loro identità personale.

Talvolta capita di smarrirsi un po’ quando la vita ci travolge, la selezione naturale è molto spietata e ci lascia “indietro”. Il testo parla di tutto ciò facendo riferimento a situazioni di vita molto semplici, una relazione, una cosa mai incominciata e mai finita.
Quella di Natural Selection è una situazione che hai vissuto?
Sì, in parte. In realtà è frutto di ciò che ho vissuto direttamente e di ciò che ho osservato sugli altri. Mi piace molto osservare, ma non mi piace espormi troppo, da qui la scelta dell’inglese che può essere usato come una maschera.
C’è una differenza tra il te di oggi e il te della stesura di Natural Selection? Riesci comunque a ritrovarti nel testo?
“I am so young”, è riferito al presente di allora, ora non sono più così giovane, diciamo che se dovessi trovarmi nelle stesse situazioni, avrei affrontato le cose in maniera diversa.
C’è una cosa al vecchio te che vorresti dire? Un consiglio, una raccomandazione.
Osare di più, nient’altro. Anche se dovesse andare male, sarebbe sempre meglio provarci che avere il rimpianto di non aver fatto niente.
Ad un certo punto ti rendi conto delle occasioni perse, che ai tempi non hai notato, perché purtroppo spesso ci accorgiamo quando è troppo tardi.
La persona che ti ha supportato di più e che ringrazieresti per prima?
Mia madre. E’ sempre stata d’accordo con le mie scelte. Si sa che la madre ti supporta in tutto e per tutto, nonostante le difficoltà che questo percorso comporta. Lei spesso mi chiede a che punto sono i miei brani, vuole ascoltarli. Già è difficile convincere se stessi che tutto questo potrà avere un futuro e che è una scelta appagante, convincere anche gli altri e avere riscontri positivi è ancora più difficile.
Cosa diresti a tua madre, per ringraziarla e farle capire che il suo appoggio per te è importante?
Credo che non ci sia bisogno di parole, ma vorrei poter arrivare un giorno e farle vedere dove sono arrivato e poter dire: “Sono concento che ci hai creduto perché questo è il risultato.”.
C’è mai stato qualcuno che ti ha messo i bastoni tra le ruote?
Le persone che mi circondano sanno quanto ci tengo, non mi scoraggerebbero mai. Sanno che è particolarmente importante e quindi nessuno ha mai avuto il coraggio di dirmi: lascia perdere.
Uno sguardo al futuro, ci sono dei progetti in vista?
Ho riallacciato di recente i rapporti con un amico, un talentuoso musicista con cui ho lavorato per i primi pezzi. Si è ripristinato il feeling che già c’era ai tempi. Ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di metterci all’opera su alcune nuove idee, scritte da me e riprendendo anche alcuni vecchi brani. Ci sarà una svolta, anche rispetto a Natural Selection, che è un progetto per lo più suonato, a cui hanno partecipato tanti musicisti. Qui si parlerà più di elettronica e magari di un modo più interessante per proporre la scrittura in italiano. Alla fine, ti trovi a fare i conti con te stesso e dici: la lingua madre è quella con cui so esattamente cosa sto dicendo e come la sto scrivendo, ti ritrovi ad usarla se vuoi esprimerti veramente.
Se ti rimanesse un giorno di vita cosa faresti?
Domanda pazzesca.
Dedicheresti alla musica questo giorno? Se fossi un musicista famoso ed affermato ti direi: suonerei la mia canzone più famosa in un posto per me speciale, organizzerei un evento nel luogo dove sono cresciuto e chiamerei tutte le persone lì.
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